“CODICE ROSSO”
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UNA PICCOLA CREPA
OBIETTIVO DEL LAVORO: Promuovere la consapevolezza relativa alle differenze di genere e la lotta alle discriminazioni.
GENESI E RATIO DELL’OPERA: Il Cortometraggio ha come soggetto una lettera scritta da una studentessa alla nostra illustre concittadina Letizia Colajanni: politica italiana, prima donna deputata all’ARS, figura chiave nel processo di emancipazione sociale e culturale delle donne nissene, e in particolar modo, delle mogli e delle madri dei minatori di zolfo.
Le scene, girate nella nostra città, sono commentate da musiche appositamente composte ed eseguite dai nostri studenti. La sceneggiatura, le riprese audio e video e il montaggio sono stati realizzati grazie alle competenze specifiche dei nostri ragazzi all’interno del laboratorio di arti sceniche curato dai docenti della scuola.
Il tema delle differenze di genere è stato trattato evitando volutamente il ricorso a situazioni particolarmente drammatiche, nella convinzione che la discriminazione nasca e si sviluppi quotidianamente nelle “piccole cose” che troppo spesso consideriamo normali, come fossero inevitabili consuetudini. E’ questo il senso del titolo.
SINOSSI
Un episodio accaduto durante un pranzo di famiglia diventa l’occasione per soffermarsi su certi modi di pensare stereotipati che troppo spesso gravano sulla condizione femminile. La storia, infatti, è incentrata sulle riflessioni della protagonista in merito a quanto avviene quotidianamente sotto gli occhi di tutti, senza un’adeguata capacità di discernimento. Così, l’episodio scatenante viene raccontato in una situazione di solitudine – di cura e di rispetto per se stessi – che contrasta con la confusione nella quale solitamene si perde la nostra consapevolezza. L’aspetto simbolico della strada,occupata solo dalla musica, da un lato diviene elemento di suggestione, spazio dell’introspezione e della proiezione, dall’altro dà forza all’idea di speranza in un futuro migliore del presente e consapevole del passato.
Underrated AL RiCircolo
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Sicilian Limes
Il lavoro teatrale, tratto dalla commedia Lumie di Sicilia di Luigi Pirandello, è il frutto di un’attività laboratoriale sviluppata nell’arco di un intero anno scolastico. Il laboratorio, realizzato grazie al supporto della nostra Dirigente, la prof.ssa Agata Rita Galfano, è stato curato dal prof. Sergio Bonsignore, regista dell’opera, con la collaborazione delle professoresse Rosa Maria Chiarello, Gabriella Cortese, Emanuela Giglia ed Ernesta Musca.
Diversi gli obiettivi del percorso laboratoriale:
- Potenziare le competenze espressive in lingua inglese in maniera ludica
- Sperimentare diversi tipi di linguaggio (da quello verbale a quello musicale eartistico a quello del corpo)
- Sviluppare processi di socializzazione, collaborazione e inclusione.La particolarità della rappresentazione sta nel fatto che la commedia è stata recitata in parte in inglese e in parte in italiano, con alcune battute in siciliano, per meglio rendere la visione della vita propria della nostra terra. La scelta di alternare le diverse lingue è motivata dalla volontà di creare una sorta di interazione culturale mediata dalla lingua. Per realizzare questo obiettivo siamo partiti da un confronto tra le versioni italiana, inglese e siciliana dell’opera, per poi arrivare ad una riscrittura del testo che mediasse tra i diversi codici linguistici, risultando anche più fruibile al nostro pubblico. La rappresentazione, inoltre, ha alternato momenti di recitazione a momenti musicali dal vivo all’interno di una cornice scenografica realizzata dagli allievi dell’Istituto. Tutto ciò è reso possibile dalla sinergia tra i vari indirizzi dell’istituto: Il Liceo delle Scienze umane, Il Liceo economico sociale, il Liceo musicale e il Liceo artistico.SINOSSIUna promessa di amore eterno e anni di lontananza per non ostacolare la carriera dell’amata, fanno da cornice al desiderio di coronare il suo sogno. Micuccio, il protagonista della commedia pirandelliana dal finale tragico, decide di andare a trovare la sua amata Teresina (cantante stabilitasi a Londra) portandosi dietro: un bagaglio di ricordi, il suo flauto e soprattutto un pezzo di Sicilia, le lumìe (simbolo della bellezza, del sole e dell’amore per le proprie origini). Ma la sua Teresina non c’è più, è stata inghiottita dal successo e, dimentica di tutto ciò in cui avevano creduto insieme, è diventata “Sina”.
Pirandello vuole accentuare il divario tra i due, anche attraverso la presenza in scena: Micuccio, infatti, è presente per tutta la durata dell’atto unico, mentre a Sina vengono riservati i pochi istanti del finale, bastevoli tuttavia a creare un forte contrasto tra la figura mitizzata nella mente e nel cuore di Micuccio e quella reale, destinata sì al successo, ma che incarna l’infrangersi del sogno di una vita.